La vicenda della provocatoria “messa in vendita” di Esino Lario, che ha attirato l’attenzione dei media anche nazionali nello scorso mese di aprile mi ha indotto a presentare un’interrogazione a risposta scritta al Presidente di Regione Lombardia, cui ha poi dato riscontro l’assessore agli enti locali, Massimo Sertori.
Ricordo che il Sindaco di Esino ha fatto pubblicare su importanti giornali, fra cui “Il Sole 24 Ore” (nell’edizione di giovedì 4 aprile 2019), inserzioni a pagamento in cui si annunciava la vendita di “luoghi simbolo” del Comune stesso, e di installare cartelli segnaletici in prossimità degli stessi luoghi, fra i quali il Municipio e la Via Crucis, indicandovi il prezzo base di un’asta indetta online.
Si è trattato di un’iniziativa che ha suscitato preoccupazione, sdegno, sgomento e ansia fra gli abitanti del Comune e non solo. Come consigliere regionale del territorio, in effetti, ho avuto modo di raccogliere queste preoccupazioni, che riguardano aspetti formali ma anche sostanziali della vicenda.
Se sicuramente il tema dello spopolamento e della sopravvivenza dei piccoli Comuni è di estrema importanza e merita un approfondimento urgente al fine di delineare possibili soluzioni rispetto ai rischi che corrono, ho deciso comunque di esporre le mie perplessità alla Giunta regionale, ritenendo che “alla provocazione ci sia un limite” e chiedendo al Presidente Fontana nel contempo alcune precise informazioni, in particolare “se non ritenga che l’iniziativa ‘AAA Vendesi Esino Lario’ si configuri come gravemente lesiva dell’immagine del Comune e, più in generale, dei piccoli Comuni; se non pensi che, per affrontare i problemi legati allo spopolamento e alla sopravvivenza dei piccoli Comuni, dovrebbero più utilmente essere imboccate altre strade, magari più faticose ma più rispettose della storia delle singole comunità; se non ritenga preoccupante il fatto che la stessa iniziativa sia stata ‘sponsorizzata’ da una nota società privata del settore delle telecomunicazioni; se non ritenga che il Consiglio Comunale di Esino Lario avrebbe dovuto essere coinvolto prima di annunciare la ‘messa in vendita’ di pezzi pregiati del Comune; se non valuti in modo grave il fatto che sia stata ‘messa in vendita’ anche la Via Crucis, che risulta essere di proprietà della parrocchia di San Vittore, e se non ritenga che l’operazione avrebbe dovuto essere concordata con la stessa parrocchia.”
La risposta dell’assessore Sertori, affidata di fatto ad un dirigente della struttura regionale, è stata assai lacunosa e deludente, dichiarando in sostanza la propria “incompetenza” ad affrontare “competenze in campo al Comune e in alcun modo connesse a funzioni regionali”.
L’unico aspetto positivo è che il Presidente Fontana non ha partecipato alla presentazione dell’accordo fra la società Eolo e l’ANCI Piccoli Comuni, cui l’iniziativa “AAA Vendesi Esino Lario” è stata finalizzata: una presa di distanza che ho apprezzato.
Intendiamoci, niente da contestare circa l’iniziativa di un operatore privato di portare la banda larga nei piccoli comuni italiani per non lasciarli tagliati fuori del mondo e spostare l’attenzione sui nostri borghi a rischio spopolamento. Ma rimane lo sgomento per il metodo, che in qualche modo ha messo alla berlina il paese di Esino Lario e lo ha utilizzato per un’operazione tutto sommato pubblicitaria.

