BANDO PER L’EDILIZIA SCOLASTICA, UN’OPPORTUNITA’ E UN RISCHIO

La Giunta Regionale ha finalmente approvato lunedì 16 marzo la delibera con la quale si recepisce il decreto del Governo per la concessione di mutui trentennali concessi dalla BEI e da altre Banche a totale carico dello Stato per interventi sull’edilizia scolastica, attraverso l’approvazione di un bando, che stabilisce interventi finanziati al 100% per Province e Città Metropolitane mentre per i Comuni è prevista una quota di cofinanziamento minima del 20%.

Dopo tanta attesa, è dunque finalmente arrivato lo strumento tanto atteso dalle Amministrazioni Comunali per far “decollare” le opere per “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di edifici scolastici, nonché di costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici e di realizzazione di palestre scolastiche nelle scuole o di interventi volti al miglioramento delle palestre scolastiche esistenti.”.

Questa grande opportunità, che conferma la scelta del Governo per un effettivo rilancio dell’edilizia scolastica, rischia però di trasformarsi in una grande beffa per i Comuni lombardi. La delibera approvata dalla Giunta Maroni, infatti, stabilendo che i Comuni debbano concorrere con una quota di co-finanziamento al progetto pari almeno al 20% dell’importo assegnato, non tiene conto del fatto che questa quota è soggetta al Patto di stabilità!

Ciò significa che un Comune, che pure dispone di fondi accantonati per la costruzione di una nuova scuola, rischia di non poterli utilizzare se non ha spazi sufficienti all’interno del Patto di stabilità che gli è stato assegnato. E se il Comune in questione non potrà garantire la quota del 20%, non potrà neppure presentare la domanda ed entrare in una graduatoria che sarà valida per i prossimi tre anni. Per cui anche realtà che sarebbero disposte a co-finanziare oltre il 20%, non potranno farlo per via dei limiti del Patto.

Che fare, a questo punto? Ci sono due strade possibili: Regione Lombardia potrebbe eliminare o limitare la quota di co-finanziamento richiesta. Oppure, si potrebbe trovare qualche strumento per neutralizzare la quota di co-finanziamento prevista. Altrimenti il rischio è che molti Comuni rimangano fermi al palo e non possano neppure entrare in graduatoria.

Certo è che la scelta di Regione Lombardia rischia di essere in contrasto con quanto previsto dal Governo che ha manifestato l’intenzione di raccogliere tutti i progetti già pronti per stilare una graduatoria triennale sulla base della quale assegnare i contributi che eventualmente risultassero disponibili nei prossimi 36 mesi. I criteri scelti dalla Regione rischiano di tagliar fuori molte Amministrazioni Comunali e di vanificare l’idea di costruire una graduatoria unica e credibile.

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