
Non fosse bastata la pessima gestione dell’emergenza Covid19, Regione Lombardia si è distinta negli errori e nei ritardi sulla vaccinazione antinfluenzale, come ho già avuto modo di documentare nella newsletter di ottobre.
I medici di medicina generale non hanno potuto prenotare ulteriori dosi di vaccino prima del 18 novembre e non le hanno avute a disposizione se non dopo il 20. La precedente scadenza del 10 novembre è stata spostata di otto giorni, disattendendo ulteriormente il piano presentato in conferenza stampa più di un mese fa, che pure non teneva conto dell’indicazione del Ministero della Salute che, vista la pandemia, invitava le Regioni a far partire la campagna vaccinale in anticipo, ai primi di ottobre. Allora fu presentato un piano in cui Regione Lombardia indicava come fabbisogno minimo 2,8 milioni di dosi, mentre la dotazione disponibile al momento è di soli 2,5 milioni.
Non solo, ma in provincia di Lecco i vaccini antinfluenzali vengono consegnati con il contagocce: non siamo nemmeno al 50% delle richieste prenotate.
In una comunicazione dell’Ats della Brianza si legge che, per la vaccinazione per gli ultra65enni, relativamente alla quota di circa 200mila dosi richieste per la copertura del 75% degli assistiti a novembre sono state distribuite 136.326 dosi delle quali 53.775 già somministrate. Ma la Direzione generale Welfare lamenta difficoltà e ritardi nelle consegne dei vaccini che ritarderanno la consegna dell’ultima tranche dei vaccini di Fluad Trivalente che avverrà solo attorno alla metà di dicembre. E la distribuzione sarà molto contenuta e in proporzione al carico degli assistiti, per cui chi ne ha più di 300 riceverà 40 dosi, da 200 a 299 avrà 30 dosi, da 100 a 199 solo 20 dosi e chi ha meno di 100 assistiti 10 dosi.
A questo punto, i medici di medicina generale si sono già resi conto che, se si mantengono i livelli di consegna attuali, arriveranno ancora pochi vaccini con il rischio concreto di non soddisfare tutte le richieste. E’ evidente ed è gravissimo il fatto che non basteranno per tutti i pazienti indicati dalla Regione e dal Ministero della Salute come ‘soggetti da vaccinare’. Ed è altrettanto evidente che di questa situazione qualcuno dovrà rendere conto.