Non passa giorno che i pendolari lombardi non debbano sperimentare un qualche disagio dovuto al servizio ferroviario regionale. In alcune giornate, poi, si può parlare di una vera e propria “odissea” senza, ahimè, timore di smentite!
Guasti
ai treni, guasti alla linea, guasti ai passaggi a livello, guasti
all’impianto di circolazione a Milano Centrale, treno bloccato a
Milano porta Garibaldi: ormai abbiamo visto di tutto e, qualche
volta, cominciamo anche a dubitare delle motivazioni ufficiali
addotte per ritardi e cancellazioni. Anche perché ultimamente
il “mantra” di Trenord, dell’assessore Terzi e della
maggioranza di centro destra è sempre lo stesso: la colpa è di
qualcun altro, che si chiami Rfi o Trenitalia o Governo nazionale
(trascurando ovviamente i 13 anni e passa in cui la Lega è stata al
governo negli ultimi 25 anni…).
Noi
riteniamo che si debba passare dalla lamentazione e dalla ricerca di
un responsabile (sicuramente ve ne è più di uno ma il principale
nel servizio ferroviario regionale non può essere che il soggetto
gestore, ossia Trenord, complice la maggioranza di centro destra che
governa da 24 anni Regione Lombardia) alle proposte
per uscire finalmente da questa situazione.
Noi
ne abbiamo avanzato diverse a più riprese:
1.
La gestione del servizio ferroviario regionale, in scadenza nel 2020,
non deve essere affidata nuovamente a Trenord ma aggiudicata con un
sistema
di gara di tipo europeo,
attraverso un capitolato che obblighi il vincitore a fornire i nuovi
treni necessari
per rinnovare la flotta in tutta la Lombardia.
2. Il vincitore
della gara deve altresì rispondere di precisi requisiti di
puntualità ed affidabilità del servizio, nonché della manutenzione
adeguata per il materiale rotabile.
3.
Regione Lombardia deve assicurare la regia
del sistema, coordinando le azioni di Rfi per la corretta
manutenzione e gestione delle linee ferroviarie e del soggetto
gestore del servizio.
Dire
di “no” a queste proposte, che ci sembrano di assoluto buon
senso, significa voler proseguire con i disagi, se non i calvari,
quotidiani dei pendolari.