Il PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI LECCO

Il Piano Cave della Provincia di Lecco, approvato martedì 24 novembre dal Consiglio Regionale, presenta a mio giudizio luci ed ombre.

Parto da queste ultime.

Innanzitutto il metodo utilizzato, che è stato quello, da parte della precedente Amministrazione Provinciale di Lecco guidata da Daniele Nava, di anticipare di sei anni il nuovo Piano Cave senza che quello vecchio fosse arrivato a scadenza. Pur lasciando perdere retro pensieri e sospetti, comunque rimane un metodo sbagliato!

In secondo luogo l’escavazione nella città di Lecco, che prosegue su tre ambiti, a pochi passi dall’Ospedale e nei pressi di una zona fortemente urbanizzata. Obiezione che è in fondo strettamente connessa alla prima: sarebbe stato preferibile portare a termine l’escavazione prevista dal vecchio piano e non rinnovarla in questi ambiti cittadini.

Però, come accennavo prima, è anche un Piano che contiene due luci importanti.

La prima riguarda la cessazione dell’escavazione sul monte Cornizzolo. Si tratta di un evento importante ed atteso, per il quale occorre riconoscere pubblicamente e ringraziare anche le associazioni che per anni si sono battute per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni in questo senso, e che sono ben rappresentate dal Coordinamento Cornizzolo. L’impatto ambientale dell’escavazione sul Cornizzolo è a tutti evidente, come lo è la vicinanza di un sito di interesse culturale ed artistico come san Pietro al Monte di Civate. Quindi saluto con grande favore questa decisione assunta prima dalla Provincia di Lecco ed ora portata all’approvazione di questo Consiglio regionale.

La seconda è rappresentata dalla mancata apertura di nuovi fronti di escavazione in altri Comuni della Provincia di Lecco: un’altra buona notizia ed una decisione saggia, soprattutto in un momento in cui il fabbisogno della materia prima risultante dalle cave è ridotto ai minimi termini per la crisi del settore.

A fronte di questa alternanza di “luci” ed “ombre”, il gruppo consiliare del Partito democratico, che ho rappresentato nella discussione in aula consiliare, ha espresso un voto di astensione circa l’approvazione del Piano.

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