IL REFERENDUM SULLA MAGGIORE AUTONOMIA DELLA LOMBARDIA

Il dibattito regionale in questi mesi verte in particolare sul referendum indetto dalla Giunta per domenica 22 ottobre 2017.

Un referendum che, a nostro giudizio è inutile, costoso, strumentale e propagandistico! Però, purtroppo, a meno di sorprese dell’ultima ora, si farà.

Inutile in quanto, ricorrendo alla disposizione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, senza bisogno di alcun referendum, con una semplice delibera del Consiglio Regionale, la Lombardia potrebbe legittimamente chiedere al Governo l’apertura di una trattativa per ottenere maggiori competenze e funzioni. Autorevoli esponenti del Governo hanno già dato la disponibilità in tal senso! (La Giunta Formigoni in realtà aveva già operato in questa direzione in passato ma il Governo “amico” presieduto da Berlusconi e sostenuto dalla Lega l’aveva convinta a desistere in quanto sarebbe arrivato di lì a poco il “federalismo”… Infatti….)

Costoso perché una consultazione referendaria ha obiettivamente dei costi molto alti: siamo già a 48 milioni stimati per la Regione Lombardia, a fronte di una procedura che si potrebbe attivare senza spendere alcunché!

Strumentale in quanto l’indizione del referendum è stata approvata dal Consiglio Regionale nel 2014 ma il suo svolgimento è stato “congelato” sinora per attendere la vicinanza al rinnovo elettorale in Regione. Dunque un referendum pensato da Maroni per “trainare” la sua ricandidatura al vertice della Lombardia. A spese dei lombardi!

Propagandistico perché la sua unica utilità pratica è quella di rafforzare la richiesta che già potrebbe avanzare Regione Lombardia! Un po’ poco per chiamare al voto milioni di persone quando il Governo ha già dato la sua disponibilità in merito.

Detto ciò, ed in questo caso la premessa è fondamentale quanto il merito, il PD è favorevole ad una maggiore autonomia della Lombardia, poiché i requisiti sussistono e la nostra Regione può legittimamente giungere ad acquisire alcune competenze che attualmente sono in capo allo Stato. Lo abbiamo detto e ripetuto più volte a Maroni! Inascoltati. Non a caso…

Però è anche bene chiarire che:

– il referendum non riguarda né la secessione o l’autonomia della Lombardia dal resto dell’Italia né l’autonomia della Lombardia a mo’ di Regione a Statuto speciale,

– il referendum non porterà alla nostra Regione il 50% delle tasse che pagano i lombardi, come sostiene Maroni ad arte, dopo aver promesso nella scorsa campagna elettorale che avrebbe ottenuto dallo Stato il 75% delle stesse senza aver conseguito in realtà un minimo risultato al riguardo,

– se la trattativa sulle maggiori funzioni per la Lombardia dovesse avere esito favorevole, la Regione otterrebbe solo nuove competenze ed al massimo i fondi per gestirle. Cosa che è possibile anche senza referendum!

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