La legge “Lombardia è Ricerca e Innovazione ” (la n. 29 del 23.11.2016) si propone di prevenire e frenare la “fuga dei cervelli” e dei giovani laureati all’estero e di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro dei ricercatori specializzati. Si tratta di un testo snello, composto di soli otto articoli che concretamente incidono abbattendo burocrazie ridondanti e garantendo una tempistica certificata. Elemento importante è l’incontro fra Impresa, che necessita di una spinta innovativa, Università e Ricerca che, insieme, possono fornire know how e capitale umano indispensabili per vincere la scommessa sul lavoro. Per tale motivo saranno previste forme di sostegno alla spesa per i ricercatori che entreranno in azienda in accordo con gli Atenei per realizzare specifici progetti innovativi o, viceversa, forme di sostegno ai costi di formazione in Università per il personale che le aziende intendono far crescere, costruendo una rete forte e proficua di collaborazione tra Università e Imprese.
Fra le principali novità della legge sono previste:
l’istituzione di un Foro per Ricerca e Innovazione con funzioni consultive, propositive e informative. Il Foro sarà composto da dieci esperti altamente qualificati nell’ambito delle discipline scientifiche, sociali e umanistiche, selezionati attraverso una procedura di evidenza pubblica a carattere internazionale.
una cabina di regia interassessorile che avrà il coordinamento strategico delle politiche regionali di sviluppo della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico attraverso la redazione di un Programma strategico triennale.
La legge ha anche Istituito la Giornata della Ricerca, dedicata alla memoria di Umberto Veronesi e fissata per l’8 novembre, in occasione della quale saranno riconosciuti premi ai ricercatori e alle imprese che più si sono distinti nella ricerca e nell’innovazione.
Il gruppo PD ha provato a modificare l’impostazione dell’agenzia, inizialmente prevista, ritenendo preferibile evitare la costituzione di un nuovo soggetto ed auspicando piuttosto l’integrazione tra i soggetti che già esistono all’interno del sistema regionale e devono essere “messi in rete” e collaborare; in questo senso va la novità di un Foro con il compito di valutare le ricadute della ricerca, monitorare i mutamenti in atto, fornire al legislatore indicazioni utili per stabilire priorità e strategie d’intervento. Abbiamo anche puntato sulla semplificazione della struttura e delle procedure di accesso ai bandi in maniera sinergica con gli strumenti nazionali ed europei.
Questo progetto di legge va a concludere un sistema virtuoso iniziato con la legge 11 sulla competitività nel 2014 e portato avanti con la manifattura 4.0, che cerca di sostenere un pezzo importante dell’economia lombarda. Ciò non di meno, crediamo che ci debba essere particolare attenzione a fare in modo che i processi innovativi che sono necessari a garantire sviluppo, non producano esclusione.