LA MOZIONE DI SFIDUCIA A MARONI

Martedì 13 ottobre Regione Lombardia è stata scossa, dopo alcuni anni, da un nuovo arresto clamoroso: quello del vice presidente (e fino a qualche settimana prima assessore alla Salute), Mario Mantovani.

Al di là della vicenda giudiziaria, che possiamo e dobbiamo seguire solo con il rispetto dovuto all’azione della magistratura, è chiaro che un’ombra inquietante si è nuovamente allungata sulla sanità lombarda, dopo gli scandali dell’era formigoniana.

Le opposizioni (PD Lombardia, Patto Civico Ambrosoli e 5 Stelle) hanno presentato in modo compatto una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Maroni.

Il segretario regionale nonché consigliere del Partito democratico, Alessandro Alfieri, ha spiegato bene come questa mozione non nasca da un intento “giustizialista” quanto da un giudizio politico negativo sulla incapacità di Maroni di rompere con il passato. Oltre all’arresto di Mantovani, Alfieri ha citato altri episodi significativi:

  • la commissione d’inchiesta voluta dallo stesso Presidente non ha portato ad alcun risultato in quanto tutti i direttori generali delle Asl giudicati inadeguati dalla Commissione sono stati confermati al loro posto,

  • le indagini sull’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, sui vertici di Ferrovie Nord, sulla “cupola degli appalti” di marzo 2014 e sullo stesso Presidente della Regione.

Alfieri ha fatto un parallelo con il 2012, quando fu proprio la Lega Nord di Roberto Maroni (all’epoca segretario del partito) a “staccare la spina” alla maggioranza in Regione guidata dall’allora governatore Roberto Formigoni, in seguito all’arresto di Domenico Zambetti, assessore alla casa, ed ha concluso ricordando che “arroccarsi nel Palazzo condanna la maggioranza ad una lenta agonia come nella legislatura precedente.”

Umberto Ambrosoli, leader del centro-sinistra in Regione, ha sostenuto nel dibattito che “le indagini sono campanelli d’allarme” e che la responsabilità politica di chi governa la Regione consiste nel non aver voluto o saputo ascoltare quegli allarmi.

La mozione di sfiducia è stata poi respinta dalla maggioranza di centro-destra nella seduta di martedì 20 ottobre ma la portata politica della stessa rimane!

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