La riforma della sanità..a puntate

Martedì 21 giugno il Consiglio Regionale ha approvato la seconda parte della c.d. “riforma della sanità”, con un provvedimento (il pdl 228 bis che diventa la legge n. 15 del 2016) che contiene disposizioni relative alla salute mentale, all’autismo e alla disabilità complessa, alla veterinaria e agli animali d’affezione

Purtroppo si tratta di una riforma “spezzatino”, che manca di un’idea generale e replica lo schema dello scorso agosto. Il nostro gruppo consiliare si è dichiarato contrario rispetto ad un’evoluzione non adeguata ai territori e ai bisogni dei lombardi. Il problema vero di questa riforma resta la norma finanziaria che non investe risorse aggiuntive a carico del bilancio: non si possono avviare dei cambiamenti così sostanziali a costo zero.
A proposito di medicina veterinaria e randagismo è stata fatta una legge senza ascoltare davvero i portatori d’interesse. Questo metodo è profondamente sbagliato e lo abbiamo sempre ribadito: nonostante il recepimento di alcuni nostri emendamenti si è peggiorata notevolmente la vecchia norma  e si demanda a un regolamento, ancora tutto da scrivere. Non si tratta dell’evoluzione del sistema sociosanitario ma della sua involuzione!

Sull’autismo il Pd si è speso per migliorare il testo ma resta il
capitolo risorse: con alcuni emendamenti abbiamo chiesto di migliorare il testo di legge sulle attività di supporto scolastiche ai bambini affetti da sindrome autistica; sulle attività di supporto a una vita integrata; sul rafforzamento dell’organico delle unità operative di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza (UONPIA) e delle unità operative psicologiche (UOP) per poter fornire una presa in carico adeguata nella fase di diagnosi e cura precoce e nelle crisi dell’età adulta  e un impegno finanziario specifico alla Giunta, considerato che, in Italia, circa 100mila bambini e adolescenti soffrono di questa patologia e in Lombardia sono 16mila (senza contare gli adulti), che ci è stato accettato. Infine è stata accolta la nostra proposta della possibile integrazione della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza con l’area materno-infantile.

I servizi territoriali rispetto alla rete ospedaliera restano la Cenerentola, anche in questa seconda parte di una riforma che   avrebbe dovuto puntare proprio sul territorio,  dove i bisogni sono più forti, soprattutto sul disagio psichico e le nuove fragilità. Abbiamo votato contro perché anche questo pezzo di riordino non migliorerà le risposte ai bisogni più urgenti dei cittadini: riorganizzazione dei servizi, presa in carico e monitoraggio delle risorse restano senza garanzie.

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