L’unione fa la forza?

Raffaele StranieroMartedì scorso l’attenzione del Consiglio regionale è stata puntata sulle proposte di referendum per la fusione di un bel gruppo di Comuni lombardi.
La “sceneggiata” della Lega, finalizzata a cercare di “frenare” la tempistica della fusione di due Comuni del Mantovano, è stata davvero di dubbio gusto ed ha messo in evidenza quante “crepe” vi siano all’ interno di questa maggioranza di governo della Regione. Però un merito, se proprio vogliamo trovarlo, l’ha avuto: consentire una discussione ed una riflessione più ampia sulle fusioni fra Comuni.
Io credo che il problema possa essere affrontato serenamente partendo da due presupposti entrambi importanti:
1. in questo momento storico la necessità di aggregazioni fra piccoli Comuni è divenuta di tutta evidenza, non solo per una ragione di carattere economico (realizzare economie di scala nella gestione associata dei servizi) ma anche per poter migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini;
2. ogni comunità locale ha diritto a riconoscersi in una propria identità municipale che l’autonomia di ogni Comune ben esprime.
All’interno di questi due presupposti è bene che le singole realtà locali si confrontino ed approfondiscano adeguatamente i pro ed i contro di ogni scelta, possibilmente senza trincerarsi nella difesa ad oltranza del proprio campanile.
Una riflessione serena e sorretta da un’ analisi documentata può portare a conclusioni diverse ma egualmente feconde di benefici per la propria comunità. Perché se è vero che in alcune situazioni l’eccessiva frammentazione della popolazione e del territorio può essere “curata” adeguatamente solo dalla fusione dei Comuni, in altre è possibile mantenere l’autonomia municipale ottenendo però vantaggi importanti attraverso l’Unione di servizi.
In entrambi i casi è però necessario che la Regione faccia la sua parte, anche assicurando incentivi sotto forma di contributi ai Comuni o alle Unioni che intraprendono questa strada.

R.

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