La legge n. 31/2014 (per la riduzione del consumo di suolo, secondo la maggioranza, “ammazzasuolo” secondo l’opposizione), comunque la si giudichi, era comunque una legge scritta molto male e dava esiti diversi rispetto agli obiettivi che si riprometteva. Ad esempio, a seguito dell’approvazione della stessa, un Comune non avrebbe potuto approvare una variante del PGT in riduzione del consumo di suolo. Veramente paradossale!
Con la legge n. 16 del 2017, approvata lo scorso 23 maggio, il Consiglio Regionale ha provato a “metterci una pezza”, modificando o riducendo alcuni degli effetti distorti della legge 31.
Soprattutto i Comuni sono stati messi nella condizione di poter tornare a programmare il territorio, con il limite invalicabile di non poter più approvare varianti in aumento del consumo di suolo e dovendo assicurare un “bilancio ecologico del suolo” non superiore a zero.
Nello stesso tempo sono stati modificati i termini posti dalla legge 31 per l’adeguamento del P.T.R. (Piano territoriale regionale), dei P.T.C.P. (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) e dei P.G.T. (Piani di Governo del Territorio) ai nuovi parametri in riduzione del consumo di suolo. Questa modifica è stata necessitata dal fatto che i termini sono stati tutti ampiamente superati!
Su questo provvedimento il nostro gruppo consiliare ha pertanto espresso un voto di astensione, apprezzando gli aspetti della norma che migliorano la legge 31/2014 e danno una maggiore autonomia ai Comuni ma mantenendo la posizione molto critica rispetto agli esiti nefasti della norma che viene modificata.
In particolare, il Piano Territoriale Regionale adottato nella stessa seduta consiliare sostiene che il 45% degli ambiti di trasformazione eccede i reali fabbisogni abitativi e produttivi, eppure la maggioranza di centro-destra continua a basarsi su un modello, quello dell’espansione edilizia infinita, che ormai non esiste più, che ha smesso da tempo di creare ricchezza e, anzi, ha finito per consumarla. Il tema di oggi è la rigenerazione urbana, il recupero delle aree dismesse, la pianificazione condivisa tra i comuni: di tutto questo, però, non c’è ancora traccia nella normativa regionale!