Mozione Urgente
Ai sensi dell’art. 124 del Regolamento del Consiglio
Oggetto: Tutela del “Made in Italy” con particolare riguardo al comparto suinicolo
Il Consiglio Regionale della Lombardia
Premesso che
In Italia la produzione di carni suine è stimata in 1.299.000 tonnellate l’anno e sono oltre 26.200 gli allevamenti di suini ampiamente diffusi su tutto il territorio nazionale e che la Lombardia è per importanza il primo del Paese con circa 2600 aziende Agricole e 4,5 milioni di capi allevati (più del 50% del totale nazionale);
In Italia rispetto a 73.5 milioni di cosce suini consumate, 57,3 milioni sono di importazione, 24,5 milioni di produzione nazionale e 8,3 milioni vengono avviate all’esportazone;
I dati reltivi alle importazioni di cosce fresche riportano percentuali altissimi riferite alla provenienza di prodotti da alcuni Stati dell’Unione Europea e che solo dalla Germania sono stati importati suini vivi e carri suini per un totale di 535.309 tonnellate.
Rilevato che
Dagli stati in cui provengono le importazioni di carni suine non sempre vengono rispettati gli standard di qualità e che si tratta quindi di prodotti a basso costo, con manodopera sottopagata, falde acquifere inquinate e smodato uso di antibiotici. Tutte queste circostanze minano la tutela dei consumatori.
Considerato che
l’attuale normativa italiana, che prevede una etichettatura chiara e trasparente anche per le carni suine e i prodotti alimentari da queste ottenuti, manca da più di due anni dei decreti Ministeriali attuativi necessari per applicare la norma e obbligare l’agroindustria ad apporre etichette chiare sui salumi e le carni suine. Ad oggi infatti nella preparazione di molti prodotti della salumeria italiana (ad es. il Cotto Alta qualità) salvo rarissimi casi, vengono impiegati all’insaputa del consumatore, enormi quantitativi di carni suine estere.
Rilevato che
In sede di Comunità Europea è in discussione in questi giorni la questione dell’etichettatura delle carni suine fresche (anche avicole e caprine). Questa vicenda è molto importante soprattutto per la tutela del consumatore. Le associazioni e gli esperti del settore chiedono che come per le carni bovine e il pesce siano indicate nell’etichettatura la cronologia NATO – ALLEVATO – MACELLATO E SEZIONATO per poter ben distinguere le fasi di vita dell’animale che ha poi prodotto l’alimento che il consumatore va ad acquistare. Sembra invece che ci si voglia fermare alle sole diciture ALLEVATO – MACELLATO e con la dicitura allevato sia sufficiente che ad esempio un’esemplare nato in Danimarca venga in Italia e una volta che qui vi risieda per soli due mesi sia da considerare allevato in Italia.
Considerato il giustificato grido di allarme della Associazioni Agricole di categoria che sono in prima fila nella difesa del vero Made in Italy agroalimentare;
Impegna la Giunta Regionale
A sollecitare il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro della Salute al fine di assicurare il rispetto, da parte della Commissione europea, del termine del 13 dicembre 2013, imposto dal regolamento n. 1169/2011/CE, per l’attuazione dell’obbligo di indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza con riferimento alle carni suine e che venga riconosciuta l’etichettatura per la carni suine cosi come già previsto per le carni bovine e il pesce (Nato/Allevato/Macellato/Sezionato) o perlomeno venga resa obbligatoria l’indicazione dello stato in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento che deve essere di almeno 6 mesi (non due) prima di certificarne l’origine italiana;
nelle more dell’approvazione, a livello comunitario, dei suddetti provvedimenti di attuazione, attivare i decreti di attuazione della legge 3 febbraio 2011, n. 4 per introdurre l’obbligo di etichettatura a partire dalle carni suine e, inoltre, avviare opportune campagna di informazione per gli organi di controllo e per i consumatori sulle normative in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e le indicazioni di origine.
Promuovere con specifico riferimento al settore del commercio con l’estero nel settore delle carni suine, tutte le iniziative più opportune al fine di prevenire le pratiche fraudolenti o ingannevoli, ai danni del Made in Italy.
Impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per finanziare progetti o imprese che possano alimentare il fenomeno del finto Made in Italy, introducendo fattori di concorrenza sleale per le imprese italiane e pregiudicando gli interessi dei cittadini e dei consumatori;
a sollecitare i Ministeri competenti all’adozione, anche per le carni suine, si un sistema analogo a quello previsto dall’art. 10 della legge 9/2013 in materia di qualità e trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini, al fine di rendere accessibile a tutti gli organi di controllo ed alle amministrazioni interessate le informazioni interessate ed i dati sulle importazioni e sui relativi controlli, concernente l’origine di tutti i prodotti alimentari, nonché assicurare l’accesso ai relativi documenti da parte dei consumatori, anche attraverso la creazione di collegamenti a sistemi informativi ed a banche dati elettroniche gestiti dalle autorità pubbliche;
Marco Carra
Agostino Alloni
Giuseppe Villani
Corrado Tomasi
Alessandro Alfieri
Gian Antonio Girelli
Fabio Pizzul
Luca Gaffuri
Raffaele Straniero
Mario Barboni
Jacopo Scandella
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