POCO CONVINCENTE IL RENDICONTO DELLA GESTIONE 2019: INVESTIMENTI PROGRAMMATI E NON REALIZZATI, FONDI EUROPEI SCARSAMENTE UTILIZZATI

Nella seduta di lunedì 27 luglio il Consiglio Regionale ha approvato il Rendiconto generale della gestione 2019 di Regione Lombardia. Questo si è chiuso con un avanzo di  1,1 miliardi di euro, che, al netto delle quote vincolate e accantonate, porta il risultato di amministrazione disponibile a 115,9 milioni.

Su questo argomento, sono intervenuto a nome del gruppo consiliare del PD per far notare che, se il bilancio 2019 ha superato l’esame del Collegio dei Revisori e di Moody e dunque il giudizio dal punto di vista tecnico-finanziario non può che essere positivo, molti sono invece i rilievi tecnico-giuridici mossi dalla Corte dei Conti e riguardano i debiti fuori bilancio, le clausole di neutralità finanziaria non motivate contenute nelle leggi di spesa,  la svalutazione del fondo perdite società partecipate, il credito di 35 milioni vantato nei confronti della Fondazione Regionale per la ricerca biomedica, la decurtazione del fondo pluriennale vincolato con immediato incremento dell’avanzo applicato, la reimputazione continua delle spese previste nel fondo stesso agli esercizi successivi.

E qui i rilievi tecnico-giuridici si agganciano ai nodi politici, in quanto l’osservazione riflette quella scarsa capacità di impegno di spesa sul conto capitale che già avevamo posto lo scorso anno al centro dell’attenzione del Consiglio Regionale, così come sulla carenza nella programmazione degli investimenti.

Infatti, come già per il 2018, abbiamo sottolineato quanto siano rilevanti le economie sulla spesa del Titolo II, intese come differenza fra gli stanziamenti di competenze e la somma fra gli impegni e gli stanziamenti al fondo pluriennale vincolato: sul totale della spesa in conto capitale ammontano al 26,19% (parliamo di circa 707 milioni di euro).

Andando nello specifico delle voci di spesa, la situazione è ben più grave: nella gestione dei beni demaniali e patrimoniali questo valore raggiunge il 28%, nei sistemi di sicurezza urbana il 43%, nel diritto allo studio il 21%, nella politica per il turismo il 41%, nella valorizzazione delle risorse idriche il 27%, nello sviluppo del territorio montano e dei piccoli Comuni il 31%, nel miglioramento della qualità dell’aria pure il 31%, nella protezione civile il 29%, nel diritto alla casa siamo al 61%, negli interventi per la ricerca al 39%, sulle reti ed altri servizi di pubblica utilità all’88%, nello sviluppo del settore agricolo al 46%, sulle fonti energetiche al 52%, per la cooperazione territoriale al 27%.

Questo dato si aggiunge spesso ad un rilevante rinvio al fondo pluriennale vincolato, per cui di fatto nell’esercizio di imputazione della spesa i pagamenti e gli impegni risultano davvero poca cosa rispetto alla spesa totale.

Ci pare che il problema già evidenziato lo scorso anno non abbia riscontrato miglioramenti sensibili nel 2019, anzi, e che si tratti di un segnale di inefficienza piuttosto rilevante.

Altro grave elemento di criticità è anche quello della scarsa capacità di impegno sui fondi europei. Dal monitoraggio effettuato dalla Ragioneria generale dello Stato nel 2019, Regione Lombardia ha difatti impegnato il 59% dei fondi disponibili dei Programmi operativi regionali dei fondi strutturali europei 2014-2020, percentuale inferiore alle regioni italiane più sviluppate del Centro Nord.

Relativamente ai Programmi operativi regionali del Fondo sociale europeo, Open Coesione, il sito degli open data del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio, indica, al 30 aprile 2020, che la percentuale dei fondi impegnati ammonta al 58% della dotazione del POR. Alla stessa data la Regione Veneto ha impegnato l’84% dei fondi, l’Emilia Romagna il 100%, la Toscana il 58%.

Conclusione: un bilancio può essere bello ed appetibile dai mercati finanziari quanto si vuole ma credo che il giudizio politico del Consiglio Regionale debba essere piuttosto relativo alla sua efficacia ed efficienza e alla capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini, delle famiglie e delle imprese di questa Regione. Avevamo espresso questo giudizio in chiave negativa già al momento della sua approvazione e dunque in fase di rendiconto non può essere improvvisamente migliorato. Ma ci dobbiamo aggiungere anche i numerosi rilievi circa la legittimità formale di alcuni passaggi e, soprattutto, dal punto di vista politico, quello relativo alla lentezza che anche per l’anno 2019 Regione Lombardia ha manifestato nel realizzare gli investimenti previsti in bilancio e nell’utilizzare i fondi europei.  Questa poca capacità di spesa potrebbe inficiare anche il miglior bilancio di questo mondo! Per questa serie di ragioni il gruppo consiliare del PD ha espresso voto contrario all’approvazione del Conto Consuntivo 2019.

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