I sottoscritti consiglieri regionali
PREMESSO CHE:
il Congresso medici ISDE 2007 ha portato l’attenzione su “Inquinamento ambientale e danni alla salute” e nel relativo articolo “La Pandemia silenziosa – Trasformazioni ambientali, climatiche epidemiche” pubblicato dal dottor Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato scientifico ISDE Italia, è stato sottolineato che “Nel corso dell’ultimo secolo e soprattutto negli ultimi decenni l’uomo ha prodotto e immesso nella biosfera una quantità immensa di molecole artificiali trasformato interi ecosistemi (micro) biologici e virali, ampliato la gamma delle fonti e forme di energia radiante”;
tali considerazioni riportano alla devastante situazione di inquinamento ambientale che stiamo attualmente vivendo e al drammatico incremento delle cosiddette “patologie ambientali”, fra le quali la stessa sensibilità chimica multipla (MCS);
questi fenomeni sono stati indicati dai medici ISDE alla base dello “stravolgimento degli ecosistemi microbici e virali, della trasformazione eccessivamente rapida della relazione organismo/ambiente e quindi del drammatico incremento delle patologie cronico-degenerativa, immuno-mediata e neoplastica da cause endogene;
CONSIDERATO CHE:
la MCS (acronimo inglese di Multiple chemical sensitivity) è una patologia invalidante, fra le più gravi conosciute al mondo, scatenata dall’esposizione a sostanze tossiche presenti nell’ambiente anche in minime concentrazioni;
è una sindrome immuno-tossica-infiammatoria correlata a intossicazione cronica da metalli pesanti e xenobiotici che compromette il sistema immunitario, ed è caratterizzata dall’incapacità dell’organismo di scindere, metabolizzare ed eliminare anche piccole quantità di sostanze tossiche (generalmente tollerate dalla maggioranza delle persone) che vengono a contatto con l’organismo; tale sindrome induce processi infiammatori con gravi danni agli organi;
i malati di MCS in fase cronica e irreversibile vivono una condizione che limita totalmente la loro vita di relazione ed ogni tipo di attività lavorativa, in quanto costretti a vivere nell’isolamento;
il mancato riconoscimento della MCS, in forte aumento in aree inquinate come la Lombardia, induce alla violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione in merito al diritto inalienabile del cittadino alla salute, quindi agli stessi livelli essenziali di assistenza (LEA);
la malattia può insorgere sin dalla nascita, per predisposizione genetica, una elevata esposizione ad agenti inquinanti, soprattutto chimici, così come una esposizione moderata ma costante, sono fattori scatenanti della MCS; le persone con predisposizione genetica non svilupperebbero la malattia in ambienti sani e in assenza di esposizione a sostanze tossiche;
la malattia può insorgere anche in soggetti geneticamente non predisposti, per esposizione a metalli pesanti e xenobiotici e quindi per danni epigenetici, attraverso un meccanismo di alterazione del DNA che compromette la funzionalità di geni prima perfettamente attivi, quindi la MCS può, di fatto, colpire chiunque; sia le predisposizioni genetiche che i danni epigenetici secondari a esposizione di sostanze tossiche, si tramandano di generazione in generazione;
la capacità dell’organismo ad adeguarsi ad un certo carico tossico, oltre il quale si scatena la patologia, rende assai difficile la diagnosi precoce;
nella fase cronica e irreversibile, i malati di MCS presentano elevati livelli di ossido nitrico, di perossinitrito, di citochine infiammatorie, stress ossidativo (ovvero sofferenza cellulare con compromissione della membrana cellulare, spesso accompagnata da ossidazione della membrana lipidica e conseguente produzione di sostanze aldeidi estremamente tossiche);
le persone affette da MCS sono prive di adeguata assistenza poiché il sistema sanitario italiano non contempla unità ambientali controllate nelle strutture sanitarie (sia pubbliche che private) e per l’inesistenza di protocolli di pronto soccorso specifici;
PRESO ATTO CHE:
l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riconosce la sensibilità chimica multipla come “intolleranza agli xenobiotici ambientali” con il codice OMS ICD 10 J 68.9 (ICD ovvero International classification of diseases, classificazione internazionale delle malattie), tuttavia a tutt’oggi in Lombardia i livelli di inquinamento ambientale aumentano mentre la MCS non e riconosciuta nonostante siano sempre più numerosi i paesi che si adeguano alle direttive dell’OMS (ad esempio Stati uniti d’America, Germania, Austria, Danimarca, Giappone), in Italia diverse regioni hanno riconosciuto la MCS come malattia rara;
CONSTATATO CHE:
nonostante in Italia siano stati diagnosticati oltre 5.000 casi di MCS, non si dispone, a tutt’oggi, di dati epidemiologici proprio perché la malattia non è ancora stata riconosciuta ufficialmente;
solamente ad alcune decine di persone affette da MCS è stata rilasciata regolare certificazione;
nel caso della Lombardia si registra un continuo incremento di persone malate di MCS e aumentano i casi in età pediatrica;
a tutt’oggi non esistono cure che possano arrestare il processo degenerativo della sindrome; il peggioramento nel tempo è proporzionale al danno genetico e all’entità delle esposizioni chimiche; le cure hanno lo scopo di contrastare il processo infiammatorio e abbassare il carico tossico dell’organismo del paziente;
le cure consistono principalmente nell’assoluta necessità di:
“evitamento” delle sostanze coinvolte nel meccanismo di scatenamento della sintomatologia e delle sostanze che aggravano l’intossicazione;
alimentazione biologica;
integratori enzimatici;
elementi nutrizionali essenziali e vitaminici;
terapia detossificante cronica;
ossigeno terapia;
ausili terapeutici come maschere, purificatori d’aria, purificatori d’acqua;
interrogano l’assessore competente per sapere
se ha intenzione di avviare iniziative finalizzate a:
1. riconoscere la MCS come malattia di origine organica, multisistemica e polisintomatica su base tossica anche attraverso la predisposizione di:
linee guida della Regione per la sensibilità chimica multipla così come già avvenuto in regioni italiane come la Regione Lazio;
un centro specialistico di riferimento in Lombardia presso una struttura ospedaliero-universitaria;
2. sensibilizzare verso la conoscenza della MCS e promozione della diagnosi precoce e della prevenzione (sia primaria che secondaria) perseguita con la diffusione capillare della conoscenza sia a livello scientifico (formazione e aggiornamento dei medici sulla MCS e sui criteri di approccio diagnostico) sia a livello sociale (istruzione e formazione del personale impegnato nel settore dell’istruzione, dell’assistenza sociale e delle forze dell’ordine);
3. valorizzare la diagnosi preliminare effettuata secondo i criteri elaborati da Cullen nel 1987, riconfermati e integrati dalla valutazione multidisciplinare del “Consenso internazionale del 1999”, che valuta la MCS come:
a) uno stato cronico;
b) con sintomi che ricorrono in maniera riproducibile;
c) in risposta a bassi livelli d’esposizione;
d) causata da prodotti chimici multipli e non connessi tra di loro;
e) sintomi che migliorano o scompaiono in assenza di elementi scatenanti;
f) sintomi che si presentano in sistemi d’organi multipli;
4. garantire le procedure minime per i livelli essenziali di assistenza (LEA) quali:
a) informare la struttura ospedaliera di riferimento (individuata in base alle specificità del singolo caso clinico) affinché vengano attivate le procedure minime che garantiscano i livelli essenziali di assistenza (LEA);
b) emettere ordinanze affinché sia preservato l’ambiente in cui il malato vive al fine di evitare esposizioni tossiche che mettano a rischio la vita del malato o inducano processi infiammatori con conseguente peggioramento delle condizioni di salute.
5. promuovere, in attesa di un programma regionale articolato, attività di formazione e aggiornamento al fine della diagnosi precoce e della prevenzione.
Milano, 30 Maggio 2016
Carlo Borghetti
Agostino Alloni
Raffaele Straniero
Mario Barboni
Marco Carra
Luca Gaffuri
Gian Antonio Girelli