“Sostegno alle famiglie attraverso politiche serie e risorse”

Il Consiglio regionale della Lombardia,

 

premesso che

  •  i rapporti di relazione, cura e mutuo sostegno che si sperimentano e si costruiscono in famiglia rappresentano un dato fondamentale dell’esistenza quotidiana e si articolano, attraverso la condivisione delle esperienze di vita, in molteplici dimensioni (condivisione dell’abitazione e delle risorse economiche, crescita ed educazione dei figli, trasmissione della cultura, assistenza reciproca…) che investono differenti campi dell’azione politica e amministrativa delle istituzioni pubbliche;
  •  la concretezza delle esperienze che si sperimentano nei contesti familiari, tanto più in un momento storico in cui la crisi economica mette a dura prova i nuclei familiari e spesso frustra l’aspirazione delle giovani coppie a costituirne di nuovi, impone all’azione pubblica altrettanta concretezza negli strumenti e nei risultati;
  •  gli stessi mutamenti strutturali avvenuti nella società lombarda ci portano a rispondere a nuove esigenze, comprendendo anche la crescente presenza delle famiglie monogenitoriali, come recentemente evidenziato dal policy paper sulla famiglia promosso del Consiglio regionale;

considerato che

  •  il Fondo regionale a favore della famiglia e dei suoi componenti fragili, istituito con DGR n. X/116 nel 2013, prevedeva una dotazione annua ottimale di 330 milioni di euro, ridotta per il 2016 a soli 50 milioni di euro;
  •  rispetto agli anni precedenti sono stati tagliati per il 2016 ulteriori numerosi importanti fondi a sostegno delle famiglie, quali:
    • i Fondi Nasko e Cresco a sostegno della maternità (dai 9 milioni del 2012, ai 2,2 milioni del 2015, agli 860mila euro del 2016);
    • il Fondo Sociale regionale, destinato ai servizi per minori, anziani e disabili gestiti dai Comuni (dai 70 milioni del 2015 ai 54 milioni del 2016);
    • il fondo di cui alla legge regionale n.15/2015 per il sostegno alle famiglie che assumono un assistente familiare (badante) ai sensi della legge stessa (dai 700mila euro del 2015 agli zero euro del 2016);
  •  le risorse destinate a sostenere il diritto allo studio, hanno visto una progressiva diminuzione negli anni, arrivando – dal 2015 – ad escludere dal contributo tutti gli alunni lombardi che frequentano le scuole primarie pubbliche e il secondo triennio delle superiori, pur in presenza di reddito molto basso;
  •  il cosiddetto “reddito di autonomia lombardo” non è un provvedimento legislativo e non consiste in un sostegno alle famiglie i cui componenti siano senza occupazione (come la definizione lascerebbe intendere), ma consiste in un provvedimento una tantum destinato a una ridottissima platea di destinatari di interventi sociali spot;
  •  che il “bonus Bebè” – previsto dalla dgr X/ 4152 per sostenere la crescita dei nuovi nati secondogeniti o terzogeniti – è una misura temporanea,  destinata esclusivamente ai nati dall’8 ottobre al 31 dicembre 2015, che questa misura esclude dalla platea dei potenziali beneficiari i figli adottivi e che nel Bilancio regionale 2016 non è stata appostata alcuna risorsa dedicata alla continuità dell’iniziativa;
  •  il Governo nazionale ha aumentato per il 2016 la quota parte della Lombardia del Fondo Nazionale Politiche Sociali, ripristinato il Fondo per la Non Autosufficienza e aumentato la quota parte della Lombardia del Fondo Sanitario Nazionale;
  •  la Regione Lombardia può recuperare nel suo bilancio centinaia di milioni di euro da destinare alle famiglie lombarde riducendo gli stanziamenti del 2016 previsti per la comunicazione istituzionale, per la tessera sanitaria regionale lombarda in via di sostituzione con la tessera nazionale, per il referendum consultivo regionale e attraverso l’accorpamento delle gare d’appalto per beni e servizi nel sistema sociosanitario lombardo;

 

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E LA GIUNTA REGIONALE

  •  a ripristinare per il 2016 le misure di sostegno alle famiglie lombarde sopra descritte, nella misura almeno corrispondente a quanto stanziato nel 2015;
  •  a rivedere, in prima istanza, le azioni di sostegno alla maternità poste in essere sinora, includendo nella potenziale platea anche i bambini  che hanno fatto ingresso in famiglia in seguito a affidamento pre adottivo, adozione nazionale e internazionale ai sensi della legge 184/83, favorendo a regime il passaggio a un sostegno globale della maternità che, oltre a sostenere il momento iniziale della nascita e dei primissimi mesi di vita del figlio, punti su un aiuto anche nelle fasi successive, sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda la conciliazione familiare per le donne che lavorano (riduzione addizionale regionale Irpef in presenza di figli minori, in proporzione al numero di figli; voucher 100 ore baby sitter; fondo 0-12 mesi per prolungare il periodo di astensione lavorativo; voucher conciliativi nidi d’infanzia…);
  •  ad attuare quanto previsto dall’ordine del giorno n. 7001,  approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 5 agosto 2015 in occasione della discussione della L. r. 23/2015, in tema di riduzione della compartecipazione da parte dei cittadini alla spesa sulle prestazioni sanitarie e sulle rette delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA);
  •  a istituire per legge regionale un reddito di inclusione sociale indirizzato al sostegno delle famiglie i cui componenti siano senza occupazione;
  •  a destinare le politiche e le misure di cui sopra ai componenti fragili delle famiglie lombarde e alle famiglie stesse, ivi comprese quelle monogenitoriali, definite dai vincoli derivanti sia dal matrimonio che dalle unioni civili come disciplinate dalla legge dello Stato.

 

Valmaggi Sara

Brambilla Enrico

Borghetti Carlo

Villani Giuseppe

Straniero Raffaele

Barzaghi Laura

Alfieri Alessandro

Rosati Onorio

Carra Marco

Scandella Jacopo

Barboni Mario

Alloni Agostino

Girelli Gian Antonio

Busi Michele

Fossati Silvia

Pizzul Fabio

Gaffuri Luca

D’Avolio Massimo

Tomasi Corrado

Ambrosoli Umberto

 

Milano, 15 febbraio 2016

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