Carissima/o,
è ormai dal mese di aprile che non mi faccio vivo con questa newsletter ed è arrivato dunque il momento di fare il punto della situazione sull’attività regionale prima che la stessa si fermi qualche settimana per la pausa estiva.
Nel frattempo ho completato il tour nella Provincia di Lecco “Un anno di Regione” e, dopo le tappe di Osnago, Oggiono, Barzago, Pasturo e Dervio, ho avuto modo di confrontarmi con i cittadini a Lecco il 7 maggio, a Calolziocorte il 26 giugno e a Galbiate, in occasione della festa democratica, il 16 luglio. Si è trattato sempre di incontri per me interessanti, in quanto ho avuto occasione di recepire osservazioni, proposte, critiche, a volte specifici per ogni singola zona, che sono sicuramente utili per la mia attività di consigliere regionale.
30 milioni per il referendum per l’autonomia della Lombardia
Il Consiglio Regionale ha approvato martedì 29 luglio l’assestamento al bilancio preventivo 2014, con 43 voti favorevoli e 25 contrari. Un bilancio che è ben al di sotto delle necessità della nostra regione, che si attende interventi forti per il rilancio dell’economia e dello sviluppo, prima di tutto per dare quel lavoro che troppo spesso manca.
Il punto “qualificante”, imposto dalla Lega, è rappresentato dallo stanziamento di30 milioni per lo svolgimento del referendum consultivo sull’autonomia della Lombardia, un referendum che nel 2015 dovrebbe vedere i lombardi sfilare ai seggi per dire la propria sulla idea di trasformare la nostra Regione in ente a statuto speciale, come la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano, la Sardegna e la Sicilia. In realtà la consultazione non avrebbe un risultato giuridico, perché la materia è di rango costituzionale, e dunque può essere definita solo con un voto a maggioranza qualificata del Parlamento, in doppia lettura a distanza di sei mesi.
Si tratta di un referendum inutile e costoso in quanto non ha alcuna possibilità di ottenere l’obiettivo che si propone. Emerge così chiaramente che la Lega vuole fare propaganda con i soldi dei lombardi, soprattutto di quelli più deboli. È evidente che si tratta della mossa della disperazione, perché dopo anni di promesse non mantenute finalmente le riforme si stanno facendo davvero, in Senato, con il governo Renzi e con il Pd. E anche quelle che riguardano le funzioni delle Regioni: è lì che occorre lavorare per garantire alla Lombardia quel grado di autonomia che merita. Senza sprechi di soldi e senza nuove regioni a statuto speciale, che non servono a nessuno. Non è un caso se le uniche due regioni guidate da uomini del Carroccio, il Veneto e la Lombardia, dopo il fallimento della macroregione ricorrano al referendum sull’autonomia, ma così facendo piegano l’istituzione alle ragioni della propaganda politica, usando risorse che potrebbero essere spese molto meglio.
La legge “ammazza boschi”
Una delle principali leggi, poche per la verità!, approvate in questi ultimi mesi è la n. 21 del 15 luglio 2014, che riguarda gli interventi sui boschi.
La maggioranza che guida Regione Lombardia ha un’idea tutta sua di tutela dell’ambiente e del paesaggio: abbattere senza autorizzazioni, senza piano forestale, senza compensazioni aree boscate di montagna e di pianura, cioè il nostro paesaggio che, insieme all’arte e alla cultura, è il nostro vero ‘petrolio”.
E’ stata, a nostro giudizio, una scelta irresponsabile che, oltre tutto, comporterà dei rilievi di illegittimità e di incostituzionalità. A Maroni e alla sua maggioranza non interessa nemmeno ciò che ha detto la Corte costituzionale, ovvero che “caratteristica propria dei boschi e delle foreste è quella di esprimere una multifunzionalità ambientale, oltre a una funzione economico produttiva”. Qui non si tratta di lasciare che la natura invada le zone agricole, ma di impedire che, con questa scusa, si depauperi un patrimonio importante come quello boschivo, soprattutto in pianura.
In due anni e mezzo Regione Lombardia ha fatto passare il concetto di bosco, cioè il termine entro cui si può intervenire su di esso senza necessità di autorizzazione e di interventi compensativi, da cinque a trent’anni. Non c’è nessun altro caso del genere in tutta Europa. Nello stesso tempo, è stato modificato il concetto di bosco di pianura, dove il contesto è diverso e il verde naturale, anche se infestante, è una vera e propria rarità. Se un’area produttiva rimane abbandonata per quindici anni, diventa un’area boscata e, secondo noi, va tutelata. Ma la maggioranza non vuol sentir parlare nemmeno di compensazioni.
Una legge controversa a tutela dei coniugi separati o divorziati, in particolare con figli minori
Con la legge regionale n. 18 del 24 maggio 2014, Regione Lombardia ha posto per la prima volta un’attenzione specifica al fenomeno della rottura dei legami matrimoniali, che, oltre alla disgregazione affettiva, comporta la riorganizzazione delle risorse economiche precedentemente riferite ad un unico nucleo familiare e successivamente frazionate, tra i diversi componenti della famiglia. Lo ha fatto attraverso una norma che prevede l’adozione di interventi economici, di sostegno abitativo o l’erogazione di servizi di assistenza e mediazione familiare.
Il PD, come gli altri gruppi di minoranza, si è espresso in modo contrario, perché, mentre la giurisprudenza attuale equipara di fatto i figli naturali e quelli legittimi, questa legge individua genitori di serie A e genitori di serie B. Anzi, è talmente confusa da individuare in soli sette articoli tre diversi destinatari.
Nata avendo come obiettivo la tutela della genitorialità e delle nuove povertà, è diventata invece una legge sulla famiglia, perdendo di vista l’obiettivo di partenza. Peccato! Un’occasione mancata.
Nuovi sottosegretari inutili e costosi
Nel frattempo la maggioranza ha risolto i suoi problemi interni, almeno per ora…, attraverso un “rimpasto” con l’attribuzione di un assessorato in più al Nuovo Centro Destra. E’ stato infatti nominato assessore, con delega al commercio e al turismo, Mauro Parolini, mentre Alberto Cavalli (FI) ha ricevuto la delega alle infrastrutture che in precedenza era di competenza di Maurizio Del Tenno (FI). Quest’ultimo, “bocciato” come assessore, ha ricevuto, a mo’ di “consolazione”, la nomina a sottosegretario all’attuazione del programma e ai rapporti istituzionali nazionali… Contemporaneamente è stato nominato sottosegretario, con delega alle riforme istituzionali, agli enti locali, alle sedi territoriali ed alla programmazione, anche il lecchese Daniele Nava, che stava ultimando il suo mandato come presidente della provincia di Lecco.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha depositato in Regione Lombardia un progetto di legge per cancellare dallo Statuto la figura del sottosegretario alla Presidenza. Secondo il nostro gruppo, infatti, le deleghe esercitate dai sottosegretari potrebbero benissimo essere assunte dagli assessori o da qualche consigliere con specifica delega del Presidente. I sottosegretari hanno infatti un costo per le casse regionali pari ad almeno 1,336 milioni di euro l’anno, che deriva dalla somma del loro emolumento (150mila euro cadauno) e della dotazione per il personale di segreteria (184mila euro), moltiplicata per quattro. Pur essendo inutili e costosi, dopo il rimpasto i sottosegretari sono addirittura raddoppiati, con la sola ragione di ricomporre gli equilibri di giunta dopo la rottura nell’ex Pdl. Il gruppo del PD chiede di abolirli definitivamente!
La proposta di riforma della sanità lombarda
Circa la sanità sinora molto si è discusso sui giornali ma poco è stato fatto a livello ufficiale. Maroni ha depositato il suo “libro bianco” (in realtà un po’ “sbiadito”, come ha affermato il nostro capogruppo Enrico Brambilla), che contiene peraltro anche alcuni elementi interessanti sui quali si potrebbe tentare di trovare una convergenza.
Il nostro gruppo consiliare, unitamente al Patto Civico con Ambrosoli, ha predisposto una propria proposta di legge di riforma della legge 31/1997, che è stata presentatalunedì 21 luglio, presso lo STER di Lecco, a tutti i soggetti istituzionali interessati, con la presenza, oltre che del sottoscritto, del capogruppo Enrico Brambilla, del capogruppo in Commissione Sanità, Carlo Borghetti, e del consigliere Luca Gaffuri, in un incontro molto partecipato e ricco di spunti, e che è stata ufficialmente depositata giovedì 31 luglio.
I punti principali di questa proposta sono i seguenti:
1) Il ritorno del concetto di sistema socio-sanitario associato e gestito da un unico assessorato
2) L’ aggregazione di ASL e strutture ospedaliere del territorio in un’unica struttura territoriale(ASST)
3) Il mantenimento del concetto di libertà di scelta del cittadino e della presenza del privato, ma avendo cura di prendere in carico le necessità del cittadino e di garantire che i doveri del privato coincidano con quelli degli enti pubblici
4) Una redistribuzione più equa dei ticket (chi ha meno paga meno!)
5) La definizione degli ospedali di riferimento, di territorio e dei presidi di comunità
6) La definizione del ruolo dei Comuni nella programmazione, nella definizione delle scelte strategiche e nella individuazione degli ambiti territoriali ottimali
7) La trasparenza delle nomine dei direttori generali, ispirate a criteri di competenza e non di appartenenza politica!
La riduzione del consumo di suolo
L’esigenza di una riduzione del consumo di suolo non è solo un obiettivo conclamato dall’Unione Europea, che peraltro prevede il traguardo del consumo zero solo entro il 2050, ma anche un’esigenza ormai condivisa da diversi gruppi all’interno del Consiglio Regionale. Sono nate così quattro proposte di legge depositate da parte della Giunta, della Lega Nord, del PD e del Movimento 5 Stelle, che hanno vissuto un importante tentativo di sintesi attraverso il gruppo di lavoro costituito all’interno dellaCommissione Territorio. Purtroppo questo lavoro è stato “frenato” nell’ultimo mese dai contrasti sorti all’interno della maggioranza di centro-destra, per cui il provvedimento ritornerà nell’agenda del Consiglio al rientro dalla pausa estiva, naturalmente sempre se ve ne saranno le condizioni politiche…
La proposta di legge presentata dal gruppo consiliare del PD si basa su questi concetti:
– il suolo è ormai definibile come una “risorsa scarsa”,
– per questa ragione il suolo non edificato viene considerato “bene comune”,
– il consumo di suolo può essere ammesso solo come eccezione e, come tale, diventa una questione di “area vasta”, che non può essere considerato di competenza di un solo Comune,
– la priorità deve invece assegnata al “riuso dell’esistente”,
– la norma transitoria prevista definisce la possibilità di consumo di suolo solo nei Comuni in cui il residuo non edificato del PGT rispetto al totale dell’edificato non supera il 3%.
Ovviamente il nostro gruppo è disponibile a confrontarsi con gli altri per giungere ad un testo condiviso. Devono però essere superati i tentennamenti che hanno accompagnato l’ultima fase e che hanno portato il consigliere del PD, Agostino Alloni, coordinatore del gruppo di lavoro, ad abbandonare il proprio incarico perché la spaccatura all’interno della maggioranza ha impedito di portare il progetto di legge all’attenzione del Consiglio nei termini originariamente previsti.
L’attività a favore del territorio della Provincia di Lecco
Nuova emergenza SS 36: l’importanza di un tavolo permanente per monitorare la situazione
Il 30 aprile ho presentato un’interrogazione per capire in che modo Regione Lombardia intenda intervenire per poter affrontare in maniera definitiva la messa in sicurezza del territorio lecchese nel tratto della Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, a seguito della nuova emergenza che si è manifestata nei giorni precedenti in seguito ad una frana staccatasi dal monte san Martino ed alla chiusura della strada stessa fra Lecco ed Abbadia Lariana: è evidente, infatti, che c’è l’esigenza di un adeguamento della rete viaria e dell’intero sistema della mobilità del territorio lariano, con particolare riferimento alla Strada Statale 36, che diventa di pregnante necessità se pensiamo alle ricadute economiche sulle imprese del territorio, sul turismo, sui lavoratori e sui pendolari, soprattutto in vista dell’imminente appuntamento di Expo’ 2015.
L’assessore Cavalli, all’esordio nel suo nuovo ruolo nella seduta del Consiglio Regionale di martedì 6 maggio, ha risposto alla mia interrogazione assicurando che è in atto una ricognizione della situazione di concerto con il Ministero delle Infrastrutture ed Anas della Strada Statale 36 e delle altre arterie di collegamento della zona lecchese quale ad esempio la Statale Regina. Per quanto concerne le alternative viarie possibili alla SS36, l’assessore Cavalli ha preannunciato che la Regione sta valutando di rafforzare sia il trasporto ferroviario che quello lacuale per ovviare ai disagi legati alla statale. Per noi un’alternativa molto valida che auspichiamo diventi operativo in tempi brevi.
Nella mia replica all’assessore, ho chiesto alla Giunta di valutare l’istituzione di un tavolo permanente, aperto ad Anas, Ministero delle Infrastrutture ed i Comuni interessati, per monitorare costantemente la situazione senza aspettare che le emergenze dettino l’agenda.
La Giunta Regionale ricorre al TAR contro il PGT di Varenna
La “pressione” esercitata sulla Giunta Regionale con il “question time” di martedì 1 aprile e con l’interpellanza cui l’assessore Viviana Beccalossi ha dato risposta nel Consiglio di martedì 1 luglio ha fornito un risultato importante: la Giunta Regionale, infatti, ha deciso di presentare ricorso contro il PGT approvato in via definitiva dal Comune di Varenna e pubblicato sul BURL lo scorso 11 giugno in quanto non recepisce integralmente le prescrizioni contenute nella delibera della Giunta del 20 dicembre 2013.
L’assessore Beccalossi ha così confermato le nostre preoccupazioni: il documento di piano è stato solo parzialmente modificato riducendo, ma non azzerando, la volumetria dell’insediamento contestato. Se da un lato, infatti, è stata stralciata l’ipotesi di costruzione di atolli artificiali, come previsto nella prima formulazione, sono confermati invece gli ambiti di trasformazione, il polo turistico ad Olivedo, il centro congressuale integrato e un parcheggio multipiano totalmente interrato/subacqueo. Inoltre, nel testo si lascia intendere che successivamente si potranno perseguire soluzioni che prevedono una sorta di espansione della frazione di Olivedo sullo specchio d’acqua. Il nostro compito è di vigilare che tutto vada fatto nel rispetto dell’ambiente e della volontà dei cittadini che fin dall’inizio hanno espresso la loro contrarietà al progetto, una contrarietà purtroppo non ascoltata dall’amministrazione comunale. Non fa mai piacere ricorrere al Tar contro un’amministrazione comunale, ma purtroppo in questo caso è lo strumento necessario per poter ottenere le modifiche richieste. Varenna deve essere valorizzata sì, ma sempre nel rispetto del paesaggio senza snaturare e mortificare ciò che la natura ci ha regalato.
L’interrogazione sulle 22 corse soppresse da Lecco a Calolziocorte
Lo scorso 4 giugno ho presentato un’interrogazione all’assessore alle infrastrutture per chiedere un intervento su Trenord dal momento che il nuovo orario estivo prevede la soppressione di ben 22 corse giornaliere fra Lecco e Calolziocorte.
La risposta dell’assessore è stata molto articolata ed ha spiegato in sostanza questa soppressione come compensazione rispetto all’introduzione nell’orario estivo di nuove corse sulla linea Milano-Tirano.
Cercherò ora di seguire l’evolvere di questa situazione favorendo un dialogo con l’assessorato per cercare di ripristinare, almeno nel prosieguo, alcune di queste corse o richiedere alcune nuove fermate su Calolziocorte.
Buona estate a tutti
Raffaele Straniero
Consigliere regionale
Partito democratico della Lombardia