Il mese di marzo ha anche rappresentato un passaggio importante nella vita del Partito democratico, con l’elezione a segretario nazionale di Enrico Letta, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti.
A Letta mi sento di esprimere le congratulazioni e tanti auguri di buon lavoro! In un momento di particolare difficoltà del Partito, la sua disponibilità deve essere doppiamente apprezzata, non solo in quanto atto di coraggio ad assumere il timone della barca in un momento di tempesta, ma anche come volontà di rimettersi in gioco dopo le note vicende del 2014.
Così il partito ne può uscire invece irrobustito, con un nome di alto profilo alla guida della segreteria nazionale, conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale, in grado di puntare all’unità del Pd, non all’unanimismo, come ha detto lui stesso.
È innegabile che a lui mi leghino le stesse radici cattolico-democratiche e la stessa visione riformista. Ma è soprattutto la sua figura stimata da tutti e la sua capacità di unire il partito che mi sembrano in questo momento gli elementi più importanti. Certo lo attendono sfide impegnative. Però l’amore per la politica e la passione per i valori democratici che ha dichiarato subito mi sembrano un ottimo viatico per questa sua nuova esperienza di segretario nazionale.
Credo che Letta abbia davanti a sé due sfide che ritengo determinanti: quella di saper parlare all’esterno del partito, con la capacità di avanzare proposte anche in questo momento difficile per tutti e quella di favorire una discussione interna che chiarisca bene quale debba essere la linea del Pd. Si tratta di due obiettivi apparentemente difficili da tenere insieme ma che, con l’autorevolezza che lo contraddistingue, gli auguro di poter svolgere nel migliore dei modi.
