Martedì 11 febbraio il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge che istituisce una Giornata dedicata alle montagne lombarde per promuovere e valorizzare i territori montani e sostenere la gente che in montagna vive e lavora, individuandola nella prima domenica di luglio di ogni anno, così individuata perché rappresenta simbolicamente l’apertura della stagione turistica ed escursionistica su tutti i rifugi.
L’obiettivo della legge è quello di salvaguardare le risorse naturali delle montagne lombarde e di diffondere le culture, i saperi, gli stili di vita delle genti dei Comuni montani. Saranno promosse iniziative specifiche anche con il CAI e l’Ufficio scolastico regionale, nonché con le Università e gli istituti di ricerca.
E’ importante però che questa Giornata regionale non rimanga solo un’occasione isolata ma aiuti davvero a valorizzare le peculiarità delle terre alte.
Il nostro gruppo consiliare ha anche presentato un ordine del giorno per inserire nell’ambito della legge la Carta etica della montagna. L’intento è di coinvolgere “tutti gli enti interessati, esprimendo così un forte impegno verso la montagna considerata patrimonio e risorsa insostituibile della collettività, concepita come luogo accessibile e fruibile da tutti, per le opportunità di sviluppo sociale ed economico che essa genera”, come recita l’atto.
A nostro giudizio, infatti, benché la montagna lombarda conti 1 milione 300mila abitanti, tanti quanti la città di Milano, è evidente a tutti come il dibattito in Aula sia sempre più rivolto al capoluogo. Quindi, l’istituzione di questa giornata deve rappresentare l’occasione per parlare delle scelte che Regione Lombardia fa per i nostri territori montani che purtroppo sono sempre all’insegna del risparmio. Anche perché tra le montagne lombarde non ci sono solo problemi, ma tante realtà imprenditoriali, tante persone che vogliono rimanere a vivere e lavorare dove sono nate.
Dobbiamo adottare parametri per i servizi pubblici che nulla hanno a che vedere con quelli di città. Se si pensa di fare diversamente, il risultato sarà condannare la montagna e la sua gente. Perciò, vorremmo evitare il rischio di limitarci a un momento di illustrazione di buoni propositi senza far seguire buone pratiche!